Lo straordinario ritratto di una dark lady. Un lucido affresco del Sol Levante nell’epoca del suo boom economico. Un noir che si fa specchio del mondo
Isako, donna dalla smodata ambizione, ha elaborato un piano audace e accurato: sbarazzarsi, entro un termine prefissato, dell’anziano marito, Nobuhiro, dirigente di un’azienda all’avanguardia che con le sue invenzioni ha contribuito al successo della stessa, e diventare così la proprietaria esclusiva del suo ingente patrimonio. L’impresa criminale sembrerebbe agevolata dal fatto che costui è malato di cuore. Tuttavia l’aspirante vedova deve prima convincerlo a fare un testamento a sua favore in grado di escludere le due figlie che lui ha avuto da un precedente matrimonio. Le stelle polari di Isako sono il sesso e il denaro. E’ seducente quanto basta per manipolare gli uomini a proprio piacimento e farne delle pedine sacrificabili: dal marito, che l’ama è le è devoto, all’amante attuale, il giovane e scapestrato Kanji, all’ex amante, Shiotsuki, manager inetto ma provvisto di influenti relazioni che lei non esita a sfruttare. Quando Kanji viene accusato di aver picchiato a morte la donna con la quale viveva, Isako chiede aiuto all’avvocato difensore – ingaggiato con l’aiuto di Shiotsuki – di farlo non assolvere bensì condannare. Anche il legale, cade presto nella sua rete. C’è però un avversario da non sottovalutare, invisibile e invincibile: il caso, capace di sventare le più turpi macchinazioni, che alla fine apparirà in una inaspettata materializzazione e scriverà per questa storia un sorprendente epilogo.
Questo libro appassiona dalla prima all’ultima pagina per i continui colpi di scena.
Ma a coinvolgere il lettore, soprattutto quello più maturo e non necessariamente amante del thriller o del noir, è il memorabile ritratto di questa originale e altrettanto verosimile dark lady dalla sconfinata cupidigia, una Circe che si cala con sempre maggior convinzione e determinazione nel ruolo di aspirante vedova, portando avanti una missione omicida o forse – suo malgrado – suicida.
L’autore ci offre una descrizione meticolosa del Giappone degli anni settanta, di un’economia in inarrestabile ascesa, dove il profitto diventa un valore tale da marginalizzare quelli tradizionali, da creare una sorta di nuova coscienza (o incoscienza) asservita al denaro e ai beni materiali, alla produzione, all’accaparramento e alla sottrazione di ricchezza.
Va in scena un mondo nuovo, dove l’etica e la morale sono fatalmente sconfitte dalla più bieca bramosia e dalla vorticosa spirale del potere economico, falcidiate da affaristi, parvenu, arrampicatori sociali, uomini e donne ormai così ciechi da sottovalutare l’imponderabile.
Il dipinto che viene fuori è quanto mai vero, di portata universale, in grado di conquistare i lettori di ogni provenienza geografica, livello culturale e gusto letterario, di appagarli con una narrazione colma di suspense e spunti di riflessione, talora in una forma diaristica che rafforza ulteriormente il realismo dell’opera e la sua capacità di coinvolgimento.
Siamo in presenza anche di una sorta di giallo all’incontrario, dove i moventi sono ben delineati sin dalle prime pagine e sviscerati con sempre maggior accuratezza, mentre, per molto tempo, il delitto rimane sullo sfondo e la sua esatta consumazione rappresenta in certo modo la vera incognita dell’avvincente enigma.