Santi in Paradiso (di Sommo Marsico)

Giallo ironico e brillante che si sviluppa in location quali il Vaticano alla vigilia del Giubileo, un convento teatro di misteriosi delitti e una Roma densa di afa e fascino. Una coppia di detective insoliti, irresistibili e indimenticabili

L’avvocato Ettore Mezzalama è un atleta provetto, maratoneta nell’animo, che all’alba si spinge in cima ai colli romani per dominare l’Urbe dall’alto, prima che sia la città, il suo caldo torrido, il lavoro, i guai familiari a immergerlo una volta ancora nell’immutabile tran tran quotidiano, nella coscienza data dal triste bilancio di un matrimonio fallito, un figlio ribelle che lo fa dannare, la tardiva scoperta della propria omosessualità e la relazione con un fascinoso musicista suo vicino di casa che lui vive come un tormento. L’avvocata Emilia Artemisi è una seducente “suora in aspettativa”, cattocomunista, insofferente all’autorità e ha un ex di professione medico con cui i legami sembrano tutt’altro che recisi. I due avvocati sono soci in affari e lavorano per il Vaticano. Per l’esattezza, il primo è titolare di una nomina a “Commissario Vaticano” e la seconda è la sua fedele collaboratrice. Un giorno il loro referente Oltretevere Monsignor Calvados, segretario al dicastero dell’Economia, affida loro l’incarico di far luce sui misteri legati al monastero di Santa Giustina vicino Pescara. Poco tempo prima tra le mura del convento è morta l’anziana suor Anna in circostanze poco chiare. Pare inoltre che sui conti del convento transitino delle cifre esorbitanti. L’incarico dà il via a un’indagine vorticosa che finisce per coinvolgere alti prelati, esponenti della criminalità organizzata, sacerdoti col vizio del gioco e militanti di estrema destra. L’inchiesta comincia in salita e per un po’ stenta a decollare, anche in considerazione delle eminenti personalità coinvolte e i delicati interessi in gioco, ma poco alla volta i due detective vaticani riusciranno a superare ogni ostacolo e ricostruire una verità difficile ma necessaria, da cui forse poter ricostituire negli ambienti vaticani il giusto clima di onestà e trasparenza.

La narrazione è contraddistinta da un ritmo fluido e serrato. E’ intrisa di una forte carica di suspense connessa alla vicenda non solo poliziesca ma anche più prettamente umana: il percorso di vita dei due protagonisti, i personaggi con cui instaurano rapporti di vario genere (lavorativo, familiare, di amicizia, amore, reciproca seduzione o repulsione), tutt’altro che scontati, in perenne ridefinizione, poliedrici, sfaccettati, arricchiti da una serie di variegate sfumature.

L’autore (o per l’esattezza, i due scrittori che si celano dietro a uno pseudonimo) è capace di far ridere, sempre però in maniera intelligente, alternando con sapiente misura toni leggeri, ironia pungente, la classica atmosfera della commedia, ad altrettanti momenti più introspettivi e di riflessione. Mette in luce i tanti aspetti problematici e contraddittori delle vite quotidiane, le idiosincrasie, le ipocrisie, gli atteggiamenti xenofobi e omofobi più o meno manifesti o larvati, una fede troppo spesso oggetto di mercimonio, un’istituzione millenaria come la chiesa cattolica che si adegua o forse si sottomette ai tempi, un Paese dilaniato dagli inarrestabili e capillari tentacoli del malaffare ma che ha anche la voglia e il diritto di non essere sopraffatto.