Milo. Detective per amore (di Giancarlo Vitagliano)

Le molteplici sfumature dell’amor filiale. Un’indomita passione per la verità e la giustizia. Una prosa sincera, appassionata e coinvolgente. Un felice connubio tra giallo, dramma e romanzo di formazione

Un delitto spietato e ingiusto. Entrambi gli aggettivi dovrebbero forse considerarsi attributi di qualunque omicidio. Ma in questa storia i due vocaboli assumono un valore del tutto particolare. La vittima è una giovane madre che lascia un figlio adolescente di nome Milo a piangere lacrime infinite per una perdita che non potrà mai essere colmata. L’orfano viene circondato dall’affetto e dalle cure amorevoli del padre e degli zii. Può inoltre far conto sull’aiuto di una neuropsichiatra infantile professionale e altrettanto umana. Ma tante premure non possono bastargli. Non riescono ad alleviare più di tanto il suo dolore. Né possono risanare una profonda ferita: l’imperdonabile ingiustizia che vuol vedere a tutti i costi riparata. Il ragazzino si rifugia nella lettura, con una predilezione – che appare tutt’altro che casuale – per il giallo. Ispirato dai libri, intraprende un’indagine personale per cercare di dare un’identità all’assassino della madre. I suoi appassionati quanto dilettanteschi tentativi all’inizio sono infruttuosi. Ma sarà proprio il far conoscenza con i tanti eroi della letteratura poliziesca (Sherlock Holmes, Hercule Poirot & Soci), l’immedesimarsi in qualche modo nelle loro storie, personalità e metodi d’investigazione, che lo spronerà ulteriormente in questa ricerca vitale, lo metterà sulla strada giusta e alla fine lo condurrà al traguardo tanto agognato: una verità che non può non sorprendere e spiazzare. In mezzo a tutti questi eventi, il protagonista da bambino diventerà uomo, maturerà, scoprirà l’universo femminile.

Il lettore sin dall’incipit si sente trascinato da questa storia coinvolgente, tragica senza essere mai retorica, da una narrazione dal ritmo serrato ma altresì segnata dalle giuste pause in cui prendono vita importanti momenti di riflessione. Pagina dopo pagina, partecipa con crescente emozione alle vicende di questo adolescente che non soccombe alla malinconia, ma ne fa per certi versi un punto di forza, la sfrutta come carburante, che scava nella memoria, nei tanti ricordi talora labili e spesso dolorosi, senza farsi sopraffare dalla loro inevitabile carica di tristezza.

Difficile non appassionarsi a quest’opera composita, tale da abbracciare più generi – il giallo, il dramma, il romanzo di formazione – che convivono serenamente, costituiscono un’alchimia in grado di arricchire e potenziare forma e contenuto, oltre a soddisfare pienamente i gusti più disparati.

Fin dalle prime pagine non si può fare a meno di tifare per questo ragazzino caparbio che in certo modo rispecchia tutti noi, le nostre sofferenze, speranze, gioie e fallimenti. E’ impossibile non farsi ammaliare da questa scrittura appassionata e sincera, non immedesimarsi nella vicende di Milo, che alla fine della nostra storia è cresciuto e maturato – insieme a tutti noi che siamo stati suoi amici, genitori, zii, fratelli – scoprendo che non è senza un prezzo salato diventare grande (parafrasando un celebre cantautore), che la stessa giustizia non è mai indolore, ma tuttavia ci rappacifica con il mondo, ci riconcilia con noi stessi, può dare un senso al passato e regalarci una speranza per il futuro.