Incontri ravvicinati con questo tipo (di Lello Marangio)

Un romanzo che coniuga abilmente poliziesco e commedia. Una felice parodia del thriller. Un commissario maldestro protagonista di una travolgente serie di gag esilaranti. Un’irresistibile sfida all’ultima risata

A tutto c’è un limite. Il commissario Ercole Fabozzi stavolta ne ha combinata una di troppo. L’ennesimo fallimento ha infangato oltremodo il nome suo e soprattutto quella della polizia. Dopo una serie ripetuta di trasferimenti, i suoi superiori hanno deciso che è ora che rimanga fermo a casa, senza più altri compiti né destinazioni. Ma lui non ce la fa proprio a stare fermo, non può in nessun modo evitare di combinare guai. Il caso (più che la sua assai dubbia capacità) vuole che salvi la vita a un eminente politico, il quale, ignaro dei pericoli che così sta correndo, si sdebita con una raccomandazione, grazie alla quale gli verranno assegnate nuove destinazioni e missioni. E anche in questa sorta di seconda vita, di promettente rinascita, la proverbiale inettitudine del nostro impareggiabile commissario riesce a spingersi di nuovo oltre ogni limite consentito, al punto che neppure le protezioni in alto loco sembreranno capaci di salvarlo da sé stesso. Non potrà esserci scampo per tutti coloro – sindaci, prefetti, questori, commissari, collaboratori di giustizia – che avranno la sfortuna di incrociare il suo cammino. Non potranno aspirare a un lieto fine i troppi sventurati che patiranno la sorte di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato, con la compagnia meno auspicabile che il destino possa assegnare.

Questo libro è un distillato di comicità allo stato puro, una fonte inesauribile di divertimento, una portentosa iniezione di buon umore. E’ capace di tenere il lettore col fiato sospeso dalla prima all’ultima risata.

L’autore amalgama con sapienza poliziesco e commedia, noir e farsa. Lo fa mettendo al centro della scena, quale protagonista indiscusso, autentico marchio di successo della sua opera, quello stesso commissario Fabozzi che già in Pagine gialle, esilarante antologia di racconti ciascuno dei quali ruotava intorno ad un’inconsueta figura di commissario, era apparso in due di essi (uno dei quali era proprio quello che chiudeva l’antologia).

Il nostro funzionario di polizia è un antieroe con tutti i crismi, un inetto cronico, un predestinato al fallimento, un perdente di classe, un professionista della gaffe.

Lello Marangio si dimostra assai abile a stimolare risate a ripetizione, a produrre il massimo del divertimento, a dispensare la quintessenza del buon umore. Ma va anche oltre. In un modo del tutto particolare riesce a creare il mistero, costruisce un giallo sui generis, confeziona una tipologia peculiare di suspense. Ad ogni nuovo caso affrontato dal commissario Fabozzi, il lettore è infatti inevitabilmente portato a chiedersi se stavolta costui riuscirà finalmente a concludere vittoriosamente la sua lotta contro il crimine oppure soccomberà di nuovo alla propria ineluttabile dabbenaggine. Desidera ardentemente scoprire in che modo il suo eroe trionferà oppure – assai più probabilmente – verrà nuovamente segnato dal marchio cocente della sconfitta. E l’autore lo soddisfa con una serie di colpi di scena ed epiloghi esilaranti e sorprendenti, spassosi e imprevedibili. Tra i due – lettore e scrittore – prende forma insomma un infinito e appassionante duello all’ultima risata.