Un attimo prima di morire (di Armando Guarino)

Crime story e romanzo sociale all’ombra del Vesuvio. Un libro che diverte, commuove, seduce e fa riflettere

Napoli. Due morti sospette: un uomo deceduto perché investito da un’auto guidata sembrerebbe da un fantomatico “pirata della strada” e una ragazza apparentemente morta per essere precipitata dal promontorio. Le indagini vedono coinvolto l’ispettore di polizia Corrado Rota, in servizio presso il commissariato di San Ferdinando a Chiaia, ben presto affiancato anche da una collaboratrice esterna: Susy Scala, psicologa specializzata in criminologia.

Ritorna in questo romanzo l’intrigante e originale coppia investigativa, che nel primo episodio della serie poliziesca, La solitudine dei corpi,era riuscita a risolvere brillantemente un intricato delitto.

Il poliziotto è stato trasferito da Milano e si sta ambientando nella nuova realtà lavorativa, talora con difficoltà, ma anche sempre più consapevole di poter contare su colleghi fidati, che – come la stessa città – all’inizio sembrano forse un po’ ostici, ma poi quando riesce davvero a “dialogarci” sempre più mostrano un altro lato caratterizzato da sincerità e calore umano.

La psicologa, nonostante il successo della sua collaborazione alla prima indagine, nell’ambiente lavorativo sembra avere una posizione precaria: più che accettata pare tollerata, solo in virtù del suo contratto di consulenza, peraltro prossimo alla scadenza.

Alle fine però le difficoltà si appianeranno e fra i due protagonisti si ricreerà di nuovo quella peculiare alchimia, nata dalla felice fusione della loro natura opposta e complementare, che aveva permesso loro di risolvere quel primo caso.

L’autore riesce a dar vita a un’opera composita e dalle mille sfaccettature.

E’ capace di coniugare i migliori elementi, sia del moderno thriller, sia del giallo classico, in un romanzo denso di suspense, che ruota intorno a misteri la cui soluzione verrà svelata alla fine in un finale sorprendente e allo stesso tempo verosimile.

Mette al centro della narrazione quell’universo partenopeo, vivace, multicolore e perfettamente amalgamato col mare, il suo odore, i suoi venti, le sue correnti. Dà un risalto peculiare ai luoghi in cui si sviluppano le vicende narrate, i quali, sembrano per lui rappresentare – oltre che dei riferimenti spaziali – dei “luoghi dell’anima” e rivestire per noi lettori la consistenza di “personaggi” in grado di catturarci anche per la loro dimensione “umana”.

Parla in maniera coraggiosa e in certo senso controcorrente di quella morte fisica che spesso nella narrativa poliziesca sembra soltanto un artifizio funzionale allo sviluppo dell’intreccio. Ci racconta di una morte “esistenziale”, di quel vuoto (menzionato anche nel prologo), che pare un trate d’union fra i personaggi e le situazioni della nostra storia: l’ispettore proiettato in una nuova realtà territoriale e umana; la giovane psicologa alla ricerca di un adeguato posto nel mondo lavorativo e non solo; gli adolescenti di oggi, membri di questa nuova generazione digitale, che talora danno l’impressione di essere sospesi fra universo reale e virtuale.

Protagonista di questo libro è anche e soprattutto la brutale e insensata violenza verso le donne, culminante spesso nell’estremo atto del femminicidio: un argomento, tragico e attuale (evocato anche nell’esergo), trattato dall’autore spesso calandosi nei panni della vittima, con un’immedesimazione che non può non coinvolgere e scuotere il lettore.