Un letale ko fuori dal ring. La ricostruzione di un delitto all’interno di quella di un intero Paese
Castellammare di Stabia 1947. Un pugile sulla via del tramonto e dai trascorsi poco puliti viene trovato morto nella propria abitazione poco prima di sostenere un incontro con un campione a stelle e strisce. Il caso viene affidato al commissario Vito Annone, il quale, al termine di una difficile inchiesta (cha ha ripercussioni negative sui suoi già delicati rapporti con la moglie) e anche a rischio della vita, riuscirà a svelare il mistero. Ma ogni esistenza ha un prezzo da pagare (nel caso suo, il dolore implacabile per il fatto di non essere padre) e spesso può averlo anche la scoperta della verità.
Il protagonista è profondamente coinvolto nella sua indagine. Quasi questa fosse per certi versi solo un pretesto, l’ultima chance che la vita gli offre per realizzarsi pienamente, per vincere le sfide perdute, mettere a tacere i demoni della propria coscienza, ricomporre la relazione frastagliata con una moglie sprofondata in un gorgo nero, di quelli che non sembrano ammettere vie d’uscita, che la costringono a marcire in casa, preda della solitudine ed esposta agli atteggiamenti irrispettosi di chi la considera soltanto un motivo di pettegolezzo.
Il lettore in queste pagine ha la possibilità di calarsi con viva partecipazione nell’Italia dell’immediato secondo dopoguerra, abitata da uomini e donne col loro carico di miserie, sogni infranti, modi di arrangiarsi, misfatti, e tuttavia anche mossi dal desiderio di non limitarsi a leccarsi le ferite ma di riscattarsi, di offrire per quanto possibile aiuto e solidarietà.
La storia procede con un ritmo, potremmo dire, alternato. Da una parte, quello più serrato dei momenti di maggior azione e tensione, come ad esempio una sparatoria o il crollo improvviso di un edificio. Dall’altra, uno più lento, quando l’autore si sofferma più approfonditamente sulla descrizione delle macerie, degli edifici fatiscenti e spesso pericolanti, delle vestigia di una recentissima dittatura che la storia ha già condannato ma che da cui in realtà molti non hanno ancora realmente preso le distanze.
Attraverso indagini che portano a scoperchiare un vaso di Pandora, fatto di loschi traffici, biechi ricatti, il mercato nero, ogni tipo di speculazione sulla vita umana, una congerie di crimini più o meno collegati all’uccisione del pugile, si arriva alla scoperta del suo assassino, a fare giustizia per questo delitto, che forse in definitiva non è tuttavia il più riprovevole in cui si sia imbattuto il commissario Annone.
Con il procedere dell’inchiesta, il protagonista pare accorgersi che c’è un enigma forse di ancor più ardua soluzione: scoprire quanto lui ami ancora sua moglie, se sia davvero autentico amore quello che prova nei suoi confronti. E alla fine avrà in qualche modo la sua risposta. Ci penserà un evento drastico e cruciale che darà un senso e una ripartenza alla sua vita. E un ulteriore epilogo per il lettore, altrettanto appagante di quello costituito da un scoperta del colpevole sorprendente. Uno di quei finali colorati di speranza, dove è possibile anche l’impossibile, come l’emblematico evento meteorologico evocato dal titolo.