Thriller psicologico d’alta scuola. Viaggio allucinante, fra i suggestivi paesaggi montani del Friuli, in un oscuro passato e nella mente di un pericoloso assassino. Doppio straordinario esordio al femminile: letterario e narrativo. Una nuova affascinante profiler che domina la scena con la raffinata e poderosa arma dell’empatia
A Travenì, immaginario paesino delle Dolomiti friulane, l’apparente tranquillità viene per sempre infranta da una serie di strani e inquietanti omicidi. La piccola comunità è turbata dall’inesplicabile violenza del misterioso colpevole e dai pericoli e le insidie che la foresta circostante sembra nascondere. Le indagini sono affidate a Teresa Battaglia, commissario e profiler sessantenne, che in questo nuovo e impegnativo caso deve mettere in gioco tutta sé stessa. Nello stesso momento in cui l’arrivo di un nuovo collega potrebbe rompere gli equilibri all’interno dell’unità investigativa di cui lei è a capo e che in certo modo costituisce la sua famiglia. Proprio quando il suo corpo e soprattutto la sua mente sembrano per la prima volta tradirla. Pare sempre più arduo trovare la soluzione dell’intricato rebus ed evitare che una nuova vittima designata si aggiunga all’orribile e cospicua lista dell’assassino. Ma alla fine l’arguzia, l’intuito, la tenacia, l’umanità, la conoscenza della psiche dei serial killer, le consentiranno di portare a termine con successo la difficile indagine e forse anche di sconfiggere in qualche modo i fantasmi di un passato con cui non ha mai fatto veramente i conti.
La narrazione è incalzante, dal ritmo teso e serrato. Il romanzo è contrassegnato da un livello inesauribile di suspence, dal già intrigante incipit fino a un epilogo davvero sorprendente, il quale costituisce solo l’ultimo di una girandola inarrestabile di colpi di scena che ci tengono costantemente col fiato sospeso, incollati alla pagina col cuore e con la mente.
Ci troviamo piacevolmente immersi in questa sorta di doppio binario narrativo, nell’ambito del quale si alternano i capitoli del libro. Una storia al presente: quella dell’indagine sui misteriosi delitti. Una vicenda al passato, all’inizio dai contorni più oscuri e sfumati, ma che poi poco alla volta si delinea sempre più in tutta la sua interezza, che svela il suo intimo collegamento col presente della narrazione e la soluzione del misterioso enigma.
Non si può non solidarizzare con questa impeccabile profiler che, per scoprire l’identità dell’assassino, deve prima trovare la chiave di accesso alla sua mente psicotica e criminale, imparare a ragionare come ragiona lui, compiere un viaggio nell’oscuro passato delle vittime, e in fondo anche nel suo, attraverso un doloroso percorso che la obbliga a guardare in faccia i demoni della propria coscienza, sfidarli e per quanto possibile metterli a tacere.
Ci sentiamo trascinati da questa eroina coraggiosa ed empatica, che, sotto un atteggiamento riservato e quasi ostile, uno sferzante cinismo, nasconde una fragilità fisica che rischia di farle perdere la sua arma più importante: la lucidità. La nostra protagonista si mostra sin dall’inizio coinvolta in questa indagine, non solo da un punto di vista professionale ma anche e soprattutto personale. E il suo coinvolgimento, profondo e vitale, non può non trasmettersi per osmosi anche al lettore.