Un suggestivo thriller psicologico che suscita nel lettore un ventaglio di emozioni. Un romanzo avvincente che naviga sull’onda dei ricordi e della nostalgia, sulla scia di un passato da recuperare e di un presente da ridisegnare
Nella vita di Agnès avviene all’improvviso qualcosa di sconcertante. Una telefonata della gendarmeria di Gueugnon la mette al corrente del decesso della zia Colette. Sembra impossibile. La donna è morta tre anni prima, la sua salma è stata seppellita nel cimitero del paese e c’è il suo nome sulla lapide. In quanto parente più prossima, Agnès è convocata per il riconoscimento del cadavere. Per lei, regista di fama che ormai vive da anni a Los Angeles, è l’inaspettata occasione di riattraversare l’oceano e al contempo la linea di demarcazione che separa il presente dal passato. All’obitorio verifica che si tratta proprio della zia Colette. Ma allora chi c’è nella sua tomba? E perché per tre anni la donna ha fatto credere a tutti di essere morta? Questo è l’incipit di una lunga e complessa indagine retrospettiva. Agnès ritorna nei luoghi dove da bambina trascorreva le vacanze da quella zia la cui esistenza sembrava svolgersi soltanto nei confini della sua bottega di calzolaia e del tifo appassionato e vitale per la locale squadra di calcio. Ritrova gli amici di un tempo. Grazie anche al loro sostegno e collaborazione, testimonianze inaspettate e una misteriosa valigia piena di audiocassette, ricostruisce la storia travagliata della sua famiglia, in cui il destino dei componenti è legato in maniera indissolubile a un circo degli orrori e alla deportazione e sterminio nazista. Ripercorre le vicende, fra gli altri, del padre celebre pianista, di uno spietato assassino e di un subdolo pedofilo. Alla fine dell’indagine il mistero verrà sciolto, emergerà una sorprendente soluzione, i morti ritroveranno forse la pace e il passato magari non farà più ombra a un presente finalmente rischiarato dalla luce della verità e dall’acquisizione di nuove consapevolezze.
Questo libro cattura l’attenzione e il cuore dalla prima all’ultima pagina. Il lettore si sente fin da subito coinvolto nell’indagine di Agnès, che, facendo scorrere il nastro delle videocassette ritrovate, riavvolge la pellicola della vita della zia Colette e (da eccelsa regista qual è) realizza un nuovo montaggio del film di un’esistenza tutt’altro che piatta e banale come potrebbe forse apparire a uno sguardo superficiale.
Non possiamo non sentirci intimamente coinvolti nella ricerca della protagonista, che si rivela via via sempre più irrinunciabile, nel suo tentativo di riallacciare i fili sgranati della memoria, di rimettere insieme le tessere sparpagliate della storia burrascosa della zia, della sua famiglia, di lei stessa, riappropriandosi poco alla volta del passato e in certo modo riscrivendo lo stesso presente.
I colpi di scena si susseguono senza sosta fino all’eclatante epilogo, mentre va in onda questo concerto di emozioni sprigionato dall’intreccio di storie che come matrioske si celano una dentro l’altra. L’autrice realizza un romanzo tragico, ironico, malinconico, struggente, un meraviglioso affresco di vite: quella di Agnès e allo stesso tempo – come è tipico delle grandi opere – quella di tutti noi, che in definitiva possiamo vedere rispecchiata nella pagina anche la nostra unica e irripetibile vicenda esistenziale.