Un libro originale dalle molteplici sfaccettature. Un giallo brillante e denso di suspense. Una lucida allegoria del presente nella quale si riflettono anche inquietanti scenari futuri
Pisa, CNR. All’alba viene ritrovato il corpo senza vita di Linda Proietti, ricercatrice precaria quanto brillante. Tutto fa pensare a un suicidio, anche una canzone lasciata come testamento: Jeremy dei Pearl Jam. Ma il collega Luigi Fucini non ne è per niente convinto; quel testo racconta un’altra storia, ben diversa da quella di una promettente scienziata che di punto in bianco decide di togliersi la vita. E se non si tratta di un suicidio, il pensiero non può che correre al delitto. Luigi decide di indagare, mosso dalla curiosità, da un sincero anelito alla giustizia e forse anche dalla voglia di raddrizzare qualcosa dopo un’esistenza in cui troppe cose sono andate storte. Il passo successivo non può che essere quello di investigare sulla vita della vittima e sui suoi rapporti spesso difficili con superiori, colleghi, studenti, soci in una startup, rivali in concorsi universitari, amori passati. Nella sua difficile impresa il nostro eroe si avvale anche della collaborazione più o meno diretta di un terzetto di amici di lunga data, compreso il commissario di polizia incaricato delle indagini. In un mondo sull’orlo della trasformazione radicale e irreversibile innescata come una bomba a orologeria dalle scoperte nel campo dell’intelligenza artificiale, l’indagine su una morte sospetta sembra assumere una valenza che va forse al di là di quanto potrebbe forse sembrare a prima vista, la ricerca della verità pare tramutarsi in un viaggio periglioso e affascinante sul labile confine fra apparenza e realtà.
Il libro coinvolge e sorprende dalla prima all’ultima pagina. La suspense è assicurata in pieno, come nei miglior thriller. L’epilogo è inatteso e contiene una serie di colpi di scena, come nei gialli più riusciti. I personaggi hanno un indubbio spessore, le loro psicologie sono finemente cesellate.
L’autore mette al centro della storia una serie di tematiche sempre più attuali e spinose, esplora a trecentosessanta gradi la dicotomia tra mondo virtuale e realtà, muove lo sguardo sul sottile e delicato crinale che delimita l’intelligenza artificiale e i sentimenti umani.
E lo fa attraverso una narrazione fluida, dal ritmo teso e serrato, amalgamando con sapienza profondità e leggerezza, amarezza e ironia.
Questo romanzo cattura sin dall’inizio la nostra attenzione. Ci coinvolge con una descrizione accurata del mondo della ricerca scientifica, tratteggiando con meticolosità i rapporti fra gli attori che vi si muovono, la solidarietà, le alleanze, i dissapori, le alleanze.
Il lettore è appagato dalle atmosfere intense, briose, struggenti di questa storia. L’entusiasmo per le incredibili opportunità offerte da una scienza informatica che non finisce mai di stupire. La tensione generata dalla paura dell’ignoto o magari in riferimento ai possibili nefasti sviluppi del presente. Un sottofondo di goliardia e malinconia dentro cui si muove il quartetto di amici inossidabili, che in certo modo potremmo forse vedere come una sorta di personale riedizione dell’indimenticabile quartetto di Amici miei, capaci di prenderci a braccetto e portarci con loro per farci immergere in queste belle pagine intrise di profonda emozione, avvincente suspense e intima riflessione.