La stagione del fango: Inferno per il commissario Casabona (di Antonio Fusco)

Un noir nostalgico. Un avvincente thriller. Un raffinato police procedural. Un commissario alla deriva, umano e caparbio, che deve sbrogliare una matassa ingarbugliata in cui si è pericolosamente invischiata la sua esistenza

Il suono del campanello risveglia il commissario Tommaso Casabona dai sonni agitati impastati di alcol e rimpianti. Da quando la moglie Francesca lo ha lasciato, soltanto con qualche bicchiere di rhum riesce a combattere l’insonnia. Chi può cercarlo alle sei del mattino? Il motivo è una perquisizione nei confronti di un indagato per omicidio … lui stesso. Riesce abilmente a sottrarsi all’arresto, proprio mentre i suoi colleghi guidati da Mauro Crisanti, capo della Criminalpol di Firenze, stanno perlustrando le stanze della sua casa. Ben presto apprende che la vittima è il dottor Marco Romoli: stimato oncologo che gli ha portato via l’amore di sua moglie. Questo gli sembra il segno inequivocabile che dietro a tutto questo c’è qualcuno che sta cercando di incastrarlo. Inizia una fuga rocambolesca per salvare la vita, la libertà e l’onore. Il poliziotto cercherà di comprendere chi, nel fatidico momento del bisogno, sta dalla sua parte e chi invece trama alle sue spalle, su chi può davvero contare per uscire fuori da questo tunnel oscuro e periglioso. Tra colleghi fidati, giudici integerrimi, poliziotti e magistrati interessati solo alla carriera, camorristi, informatori, rivelazioni più o meno promettenti e attendibili, il nostro eroe dovrà raccogliere tutte le sue forze e, facendo uso dell’acume e della tenacia che costituiscono il suo marchio distintivo, attraversare questo sottobosco di criminalità e rapporti ambigui, per far capitolare l’ineluttabile macchina del fango che rischia di stritolarlo nei suoi spietati ingranaggi e scoprire chi e cosa si nascondano dietro il machiavellico complotto.

In queste pagine vengono sapientemente amalgamati il giallo, il thriller, il police procedural. Ne esce fuori un romanzo in cui convivono felicemente molteplici anime, che può definirsi un avvincente enigma, un concentrato di suspense, un suggestivo noir, un’appassionante storia di riscatto. I personaggi sono descritti in maniera approfondita, i loro caratteri sono ben scolpiti, cesellati nelle più peculiari e recondite sfumature, e anche per questo verosimili ed emozionanti. Lo stesso dicasi per le location, a partire dagli uffici di polizia e il palazzo di giustizia – di cui la narrativa e la cronaca ci danno spesso conto ma raramente con questo grado di accuratezza e realismo – ambienti umani e disumani, dove dimorano diligenza ed eroismo, ma anche invidie e ambizioni smodate.

Non può non sedurci l’indiscusso protagonista di questo libro. La sua sagacia non disgiunta da una grande carica di umanità fa facilmente pensare all’indimenticabile commissario Maigret. Ma il nostro eroe è altresì avvolto da un’aura di malinconia, è dotato della scorza dura e dell’indomito coraggio di chi se necessario è disposto a lottare contro tutto e tutti, rivela insomma una stretta parentela anche con Philip Marlowe e gli altri celebri detective del genere hard-boiled. Soprattutto è anch’egli dedito all’encomiabile e irrinunciabile opera quotidiana tesa a tradurre il concetto di giustizia in fatti e risultati concreti. E questo non può non coinvolgere una volta di più il lettore.