Fantasmi e delitti che riaffiorano dal passato per destabilizzare i fragili equilibri del presente in un noir psicologico transalpino d’alta scuola
Tutto comincia nel 1975 con un omicidio brutale quanto inutile. Nel 1992, dopo un salto temporale di diciassette anni, Marie e Michel, ex rapinatori “rivoluzionari”, adesso definitivamente imborghesiti, ritrovano sulla loro strada Simon, l’amico fraterno che ha pagato anche per loro (oltre che per Bruno: il quarto elemento del “commando”) evitandogli la prigione (anche se non forse i rimorsi della coscienza). L’ex detenuto dissemina la loro villa di microspie, li sorveglia dal suo camper dotato di attrezzature tecnologiche all’avanguardia, avvicina ed entra in un peculiare rapporto di intimità con Nausicaa, la figlia adolescente, che (come lui) ama le zone umide intorno a casa, le piante e gli animali. Poco alla volta le esistenze dei protagonisti entrano in un tunnel sempre più oscuro. La violenza torna a farla da padrona e non tardano a verificarsi fatti di sangue. Alla fine affiora forse uno spiraglio di luce e in qualche modo verità e giustizia vengono magari ristabilite ma (come spesso accade) non senza un prezzo salato da pagare.
Il romanzo di Serge Quadruppani è un raffinato noir psicologico, dove i personaggi sono finemente scolpiti in tutti i loro caratteri, dando atto delle loro più recondite motivazioni, le aspettative, i rimpianti, di un karma (quello che si portano dietro questi reduci della “breve stagione”) troppo pesante per non trascinare a fondo qualsiasi speranza di poter riscrivere un presente nuovo in cui sia possibile lasciarsi una volta per tutte alle spalle le colpe del passato.
La portata dei sogni infranti risalta grazie anche alla lucida descrizione dell’ambiente del periodo storico (gli anni novanta) in cui è ambientato questo libro che per certi versi sembra rappresentarne l’antitesi: litorali presi d’assalto da speculatori e cementificatori e racket di varia natura.
L’autore è capace di amalgamare gli elementi antitetici e contrastanti, sapientemente, nella maniera più propizia per una lenta esplosione che fa scaturire una serie di reazioni e controreazioni elettrizzanti, il distillato della suspense allo stato puro, colpi di scena che si susseguono senza sosta in una inarrestabile reazione a catena.
Il lettore può godersi appieno quest’avvincente storia di amore, odio e vendetta. Può lasciarsi trascinare senza freni inibitori dentro questa che potrebbe magari definirsi una favola nera illuminata però da mai sopiti ideali di ecologia e libertà e che sfocia in un epilogo forse non lieto ma comunque promettente.
La “breve stagione” (titolo in italiano del libro) sembrerebbe dunque da considerarsi sia (come già accennato) quella delle speranze in un mondo migliore irrimediabilmente naufragate, sia forse e soprattutto riferirsi al mondo degli animali e segnatamente quello degli uccelli. Essi danno magari l’impressione di stare sullo sfondo della nostra storia, quando vengono ad esempio immortalati dall’occhio dell’autore oppure dall’osservazione della giovane Nausicaa appassionata di birdwatching. Tuttavia pare evidente che il loro ruolo non può essere quello di meri figuranti. Si può invece ravvedere in loro in certo modo l’essenza di unici esseri viventi dotati dell’autentica purezza necessaria per accedere a un Eden per gli esseri umani definitivamente perduto o forse mai esistito.