La notte del fuoco (di Paolo Bernetti)

Un giallo raffinato. Una storia appassionante. Un emblematico occultamento di cadavere. Un’avvincente lotta fra luce e tenebre. Un epilogo sorprendente e catartico

Valencia, 19 marzo. E’ la notte delle Fallas, statue colorate incendiate in un tripudio di musica, fuochi d’artificio e fiamme, a segnare il trionfo della luce sulle tenebre. Ma la festa stavolta si tinge di sangue. Un uomo è stato ucciso, il suo cadavere nascosto dentro una Falla e poi arso in un rogo purificatore. Per questo delitto viene forse condannato un innocente. A indagare diversi anni dopo su questo cold case ritroviamo Fabio, studente di giornalismo, in una missione a metà strada fra il detective privato e il giornalista investigativo. Lo ha incaricato il nonno, celebre avvocato in precarie condizioni di salute, a conoscenza di una serie di informazioni che potrebbero far riaprire un caso che sembra essere stato chiuso un po’ troppo frettolosamente. Il giovane si trova così catapultato nei salotti dell’alta società a ripercorrere, attraverso le testimonianze dei protagonisti, i momenti cruciali e l’articolata concatenazione di eventi che hanno preceduto l’omicidio e condotto ad esso. Poco alla volta si delinea una galleria di personaggi (amanti, ex coniugi, rivali in affari) e una corrispondente rosa di possibili sospetti, nonché una gamma di verosimili moventi e alibi connessi all’evento criminoso. Alla fine il giovane aspirante giornalista dimostrerà tutto il suo talento, grazie all’intuito e alla tenacia sbroglierà l’aggrovigliata matassa e rischiarerà con la luce della verità il mistero della notte forse più oscura che Valencia abbia mai vissuto.

E’ suggestivo questo nastro della memoria che numerose volte si riavvolge per ripercorrere gli eventi, sia dal punto vista degli attori del dramma, sia quello del narratore onnisciente, ogni volta aggiungendo nuovi tasselli che consentono di ricomporre il complesso mosaico, in un itinerario narrativo che vede la verità e la menzogna strettamente intrecciate, quasi inscindibili, in certo modo due facce della stessa realtà.

Le ipotesi che via via si rincorrono contribuiscono ad alimentare la suspense, così come i sospettati che si affacciano sulla scena, vengono scartati e poi ripresi in considerazione, nel corso di una narrazione dal ritmo teso e serrato che ci trascina in un finale inatteso.

L’autore dimostra di conoscere bene le tecniche del giallo deduttivo, dando vita a un intrigo di raffinata complessità, una girandola inesauribile di colpi di scena. E la soluzione – come nella migliore tradizione del genere – è coerente con gli indizi abilmente disseminati nelle pagine del libro.

I personaggi vengono delineati scavando profondamente nelle loro peculiari psicologie, sono dipinti con colori nitidi e accurate sfumature, che conferiscono alla storia un alto grado di realismo e accrescono ulteriormente il livello di coinvolgimento emotivo.

Il romanzo appassiona profondamente per le atmosfere ambientali ed esistenziali, per un’odissea investigativa che riconduce il protagonista a un sé stesso in sostanza rinato, un giovane che ha passato l’esame della vita, è diventato a tutti gli effetti un uomo ed è capace di sorprenderci nell’epilogo con la soluzione del rebus poliziesco e inscindibilmente umano. E l’autore gratifica una volta di più il lettore regalandogli la più intrigante e plausibile verità letteraria.