Un’innocenza perduta da recuperare tramite il sottile filo della memoria. Un passato oscuro e misterioso con cui fare i conti. Fra i confini del thriller scientifico, il giallo psicologico e il romanzo di formazione, si delinea una narrazione che emoziona, coinvolge e tiene inchiodato il lettore dalla prima all’ultima pagina
Il professor John Glynn, scienziato di fama mondiale e stella del firmamento accademico, sta lavorando su una speciale sonda geofisica, Sismo Time, in grado di ascoltare la voce del nostro pianeta (i movimenti nelle profondità della crosta terrestre) allo scopo di prevedere ogni tipo di terremoto con grande anticipo salvando milioni di vite umane. Ma c’è una vita che a quanto pare nessuno è mai riuscito a salvare, quella di suo padre Liam Glynn – il grande eretico delle scienze geologiche degli anni Ottanta – scomparso poco prima dell’alba del 19 aprile del 1990 nell’esplosione di una miniera in Belgio insieme alla sua squadra di estrattori. E prima ancora, il 2 febbraio del 1990, un bambino, un compagno di giochi di John, è morto in circostanze tragiche e misteriose. Nel frattempo sono trascorsi trent’anni e per lo scienziato la memoria di quei tempi si è polverizzata in un oblio nebuloso. Almeno finché la sua famiglia non si traferisce nella casa che affaccia sulla fiabesca Civita di Bagnoregio, la città che muore. Da quel momento, una serie di eventi – la scomparsa di una sonda nei boschi di Civita, l’apparizione di un poliziotto (il commissario Rico Trivelli) con una cassetta VHS appartenuta a suo padre, i messaggi che arrivano da vecchi compagni di scuola, una voce ineffabile che notte dopo notte abita i suoi incubi – lo portano a respirare di nuovo quell’innocenza perduta perché macchiata da un peccato originale, ad aprire la porta fra presente e passato oltre cui si spalanca un orribile abisso, a ritornare in quel bosco dell’infanzia in cui lo aspetta un segreto spaventoso.
Questo libro mantiene una tensione alta e costante dalla prima all’ultima pagina. Coinvolge il lettore con la sua narrazione dal ritmo teso e serrato. I colpi di scena si susseguono sino ad un epilogo clamoroso, angosciante e rasserenante.
In un thriller per molti versi tradizionale (anche se mai scontato né banale), in cui si ritrovano molti dei più ricorrenti topos del genere, si possono tuttavia anche riscontrare echi scientifici (e fantascientifici), ritrovare elementi tipici del romanzo di formazione, in particolar modo per quanto riguarda il modo in cui lo scorrere del tempo può cambiare le persone e la loro percezione di sé, degli altri, degli accadimenti passati, e anche attenuare o acuire i rimorsi e i sensi di colpa.
L’autore riesce a veicolare fondamentali messaggi, suggestioni e spunti di riflessione, attraverso un romanzo dalle molteplici sfaccettature: misterioso, adrenalico, allucinante, onirico, nostalgico. E’ capace di condurci, attraverso i meandri di una narrazione sapiente e calibrata, fino a un epilogo inatteso, che ci gratifica alla fine del tunnel della luce della verità, perché finalmente viene strappata la maschera all’Uomo del bosco per rivelarci il vero volto del male … che, come spesso accade, è molto più vicino a noi di quanto non si possa credere.