Un appassionante giallo classico ambientato nella Toscana del Ventennio. Un romanzo che tiene a battesimo un’insolita e irresistibile coppia di investigatori
Alba del 3 luglio 1936. In una Firenze ancora avvolta nella nebbia, vicino a un vespasiano, un tranviere scopre il cadavere di una donna vittima di un brutale omicidio. L’indagine viene affidata a Vitaliano Draghi, giovane vicecommissario. Il suo primo vero caso si rivela sin da subito importante e delicato: la vittima è infatti la giovane moglie del senatore Bistacchi, vicinissimo al Duce. In questo frangente il poliziotto si pente una volta di più di aver mollato la letteratura per la criminologia. Capisce di aver bisogno di rinforzi, di una mente prodigiosa: quella di Pietro Bensi, il contadino della fattoria nel Chianti in cui lui è cresciuto. E’ stato proprio costui – che ha letto tutti i libri della biblioteca del conte per cui lavora la terra e si diletta a costruire complicati marchingegni – a far nascere in Vitaliano la passione per gli enigmi. E’ un rischio condurre un contadino, neanche tanto segretamente antifascista, in una città dove anche i muri hanno orecchie. Ma, nonostante ciò, arguzia, coraggio e tenacia consentiranno ai due di portare a termine con successo la difficile missione.
Questo libro lo potremmo definire un vero spasso per i cultori del giallo classico, essendo in esso presenti tutti i principali topos di questo genere letterario: l’enigmatico delitto, l’accurata indagine, il sapiente utilizzo del metodo deduttivo, la narrazione disseminata di indizi e false piste, la soluzione sorprendente.
Nel romanzo si ritrova anche un detective del tutto particolare che non può non far pensare a uno dei personaggi che più hanno fatto la storia del romanzo poliziesco: Miss Marple, la sagace vecchietta partorita dall’impareggiabile penna di Agatha Christie, autentico fuoriclasse della categoria dei cosiddetti investigatori dilettanti. Il nostro Pietro Bensi trasuda la stessa atavica saggezza, lo stesso sano pragmatismo. E’ capace di una deduzione non scevra dall’intuizione, quella di chi ha visto tante primavere e ormai sa da tempo come va il mondo. Usa fare paragoni con la realtà rurale in cui vive da sempre e in particolare con gli animali di cui ha una perfetta conoscenza (un suo motto è: “Se vuoi catturare una volpe, devi pensare come una volpe”).
Quanto all’altro membro della coppia investigativa, Vitaliano Draghi, in lui non pare azzardato invece individuare un’indiscussa somiglianza con celebri detective della narrativa quali il commissario De Vincenzi di De Angelis o il commissario Ricciardi di De Giovanni. Si tratta infatti di un onesto funzionario di polizia, tutt’altro che simpatizzante del regime, intento sempre a perseguire l’obiettivo della giustizia, anche a costo di scontrarsi con poteri forti e spietati e mettendo a rischio pure la carriera.
Siamo al cospetto di un’opera ironica e avvincente e ci troviamo di fronte a un autore originale ed eclettico. Fabrizio Silei, amalgamando alla perfezione elementi sia del giallo deduttivo che del noir psicologico e sociale, si dimostra capace di scrivere una storia che seduce, emoziona e fa riflettere: il massimo risultato che uno scrittore possa prefiggersi, il premio più appagante a cui ogni lettore possa ambire.